0733 226338 ■ Viale Cialdini 22/B - Montelupone 62010 MC f-montelupone@libero.it

Dott. Roberto Moneta

Dott. Stefano Moneta

PROTEZIONI GASTRICHE: COME, QUANDO E PERCHÉ.
Vi siete mai chiesti quali siano i farmaci più utilizzati in Italia? Io sì. Sono andato a curiosare nei dati ufficiali e ho trovato conferma alle mie temute ipotesi.
Secondo il rapporto di Federfarma – anno 2018 – fra le prime dieci molecole per numero di prescrizioni ben tre sono protezioni gastriche, con il Pantoprazolo primo assoluto (oltre tre milioni e duecentomila pezzi), il Lansoprazolo sesto (un milione ottocentocinquantamila pezzi) e l’omeprazolo settimo (circa diecimila pezzi in meno del precedente). Totale: oltre sette milioni di scatole, senza considerare le molecole “minori” (esomeprazolo, rabeprazolo). In pratica un italiano su sei ne fa uso, con la proporzione che sale escludendo bambini, ragazzi e giovani, categorie generalmente più in salute.
La domanda è legittima, oltre che spontanea: non è che ne staremo abusando?
Prima di tirare le somme, però, conosciamoli meglio.
CHI SONO?
Volgarmente li chiamiamo gastroprotettori, salvastomaco, antiacidi, ma se volessimo essere scientifici li definiremmo Inibitori di Pompa Protonica (PPIs, in inglese). Sono molecole che modulano la secrezione acida dello stomaco, anzi la inibiscono. Come? Bloccando il sistema enzimatico della Sodio-Potassio-ATPasi, una proteina della membrana delle cellule parietali (che secernono acido cloridrico nello stomaco) ed alzando così il ph, riducendo quindi l’acidità. Il meccanismo è irreversibile, il che vuol dire che, una volta bloccato l’enzima, la cellula non può riutilizzarlo ed è costretta a sintetizzarlo daccapo. Questo rende conto del problema che, qualora una lunga terapia venga sospesa bruscamente, si verifichi una gastrite di rimbalzo dovuta all’adattamento dell’organismo in risposta al farmaco (per contrastare il calo di acidità indotto, nel tempo, le cellule sintetizzano più enzimi).
Ma è giusto ricorrere a questi farmaci per periodi prolungati?
ACIDITÀ GASTRICA
La secrezione acida dello stomaco svolge funzioni importantissime.
In primis disinfetta tutto ciò che viene ingerito (microrganismi degli alimenti o deglutiti in genere) proteggendo così dalle aggressioni microbiche.
Scinde i cibi in porzioni più piccole, facilitandone la digestione e l’assorbimento.
In tal modo agevola la captazione di ioni bivalenti quali magnesio, calcio e ferro, presenti in tutti i tessuti e coinvolti in innumerevoli processi (contrazione muscolare, mineralizzazione ossea, trasporto di ossigeno nel sangue solo per citare i più comuni); attiva il pepsinogeno (sostanza rilasciata dalle stesse cellule gastriche) trasformandolo in pepsina, che scinde gli alimenti proteici e permette l’assorbimento degli aminoacidi e collabora con il fattore intrinseco, secreto sempre dalle cellule dello stomaco, per l’assorbimento della vitamina B12, essenziale per la corretta maturazione del globuli rossi nel midollo osseo (la cui carenza si manifesta in anemia).
La secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco ha quindi parecchi ruoli chiave, ma in condizioni particolari può subire delle alterazioni e generare sintomi e fastidi.
Se per esempio si è costretti (o abituati) ad usare spesso farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS: acido acetilsalicilico, ketoprofene, ibuprofene, naprossene etc), la conseguenza primaria è una riduzione di muco protettivo sulla parete gastrica, con conseguente sovraesposizione diretta all’acido. In tal senso gli inibitori di pompa – per brevi periodi! – hanno efficacia nel diminuire gli effetti collaterali. Stessa cosa in caso di antibiotici, cortisonici o di qualunque altra terapia che presenti tossicità diretta sullo stomaco (anche in caso di politerapie, ossia cure con un numero alto di medicinali, in cui il gastroprotettore viene impiegato come tampone agli effetti negativi degli altri).
Gastriti, ulcere, ernia iatale e reflusso gastroesofageo sono altre condizioni patologiche per le quali è previsto uso di PPIs.
E PER I TRATTAMENTI A LUNGO TERMINE?
Qui il discorso cambia. Premesso che ogni condizione clinica va valutata dal medico curante il consiglio è, laddove possibile, di ridurre al minimo la terapia con inibitori di pompa. Ciò può significare sia la sostituzione con prodotti in grado di garantirne gli effetti terapeutici limitando quelli nocivi, sia l’alternanza con prodotti del genere, in modo da non sottoporre l’organismo alla costante azione dei medicinali.
Questo per una serie di ragioni.
1 – È bene sottolineare che una maldigestione gastrica delle proteine comporta un’induzione della crescita della flora batterica intestinale anaerobica che approfitta del maggior quantitativo di proteine indigerite per proliferare. L’aumento di tali batteri a sua volta scatena un rilascio eccessivo di metaboliti tossici azotati quali indolo e scatolo, spesso correlati alla degenerazione neoplastica delle cellule intestinali. Oltre a ciò, un’assimilazione carente nel tempo di aminoacidi ha ripercussioni sulla massa muscolare, quindi sulle capacità motorie e di lavoro dell’organismo (deambulazione, forza, resistenza) ma non solo i muscoli sono fatti di proteine.. L’emoglobina, che trasporta ossigeno nel sangue, è una proteina. Gli enzimi digestivi sono proteine. Alcuni ormoni sono proteine (insulina e glucagone, ormone della crescita, ormoni tiroidei etc..). Da ciò si evince che ridurre l’assorbimento di tali nutrienti per un’alterazione dei processi digestivi può avere nel tempo gravi e complesse conseguenze.
2 – Equilibrio acido base. Il nostro organismo, e nella fattispecie ciascun tessuto può mantenersi in equilibrio e svolgere le proprie funzioni al meglio in specifiche condizioni di ph. Il Ph è un valore che esprime il grado di acidità di una soluzione, vale a dire il suo contenuto di ioni idrogeno. In condizioni normali, l’organismo si avvale dei cosiddetti sistemi tampone, molecole la cui attività è quella di mantenere nei giusti intervalli il valore di ph dei tessuti al variare delle condizioni. Alimentazione, stress, uso di farmaci sono solo alcuni dei continui stimoli a cui sono chiamati a rispondere i sistemi tampone. L’uso prolungato e massiccio di protettori gastrici altera l’equilibrio generale acido base a causa della diminuzione dell’assorbimento di ioni bivalenti quali il calcio, il magnesio e il ferro. Il calcio regola la contrazione muscolare (muscoli scheletrici, cuore e muscolatura liscia di visceri e vasi) e la mineralizzazione ossea. Alterare l’equilibrio acido base organico comporta in tal senso una perdita di massa ossea diretta (ridotto assorbimento) ma anche indiretta (il sistema tampone del sangue, il cui ph ha possibilità di oscillazioni minime, fa sì che dall’osso vengano richiamati fosfati – che l’osso venga eroso). Il magnesio ha invece azione rilassante sulla muscolatura (tipico sintomo di carenza è la comparsa di crampi), ma oltre a ciò regola il tono dell’umore, il sonno, previene cefalee muscolo-tensive ed è un cofattore essenziale nel mantenere in salute l’apparato generale femminile (l’utilizzo nei disturbi del ciclo è più che riconosciuto, ma ancora sottostimato). Il ferro infine è il componente chiave del Gruppo Eme, una struttura legata all’emoglobina e coinvolta nel trasporto di ossigeno dal polmone ai tessuti, partecipa al metabolismo degli acidi nucleici ed è un mediatore importante dell’infiammazione.
3 – Effetto rebound. L’uso prolungato di PPIs comporta una sorta di schiavitù da farmaco. Per il motivo che spiegavo sopra (blocco enzimatico irreversibile dell’enzima produttore di acido, con conseguente aumento di produzione da parte delle cellule gastriche), abbandonare una terapia farmacologica a base di protezioni gastriche è spesso difficile. Se la sospensione è netta infatti si verifica spesso una gastrite di rimbalzo addirittura più intensa dei sintomi che hanno indotto a iniziare la cura. Questo effetto negativo si ripercuote nella necessità da parte del paziente di continuare la cura, con le conseguenze che ho descritto e un’aggiunta sfiducia verso metodi di cura alternativi. Sarebbe consigliabile scalare progressivamente le dosi o la frequenza di somministrazioni (ripeto, avvalendosi SEMPRE E COMUNQUE del parere del medico e non facendo mai di testa propria) e/o alternarle con prodotti diversi. Ci tengo a ricordare che il nostro organismo è una macchina perfetta e che in condizioni di equilibrio (fisico, psichico ed emotivo) ognuno di noi “digerisce anche i sassi”. Quindi, a meno di malformazioni o disfunzioni genetiche a carico dello stomaco, prima di intraprendere una terapia per l’acidita o il reflusso sarebbe opportuno indagare sui “perché” si verifichino certi problemi. Le motivazioni potrebbero essere molte, ma spesso si tende a cercare il sollievo immediato (per insofferenza verso il sintomo) anziché quello duraturo. Il reflusso ad esempio si verifica per la mancata o incompleta chiusura del cardias, la valvola che si trova in fondo all’esofago e che tende a rimanere dilatata in condizioni di stress (più lo stress è intenso e prolungato, più il rischio di reflusso aumenta). Rimuovere le cause dello stress, o vivere la fase stressante con una diversa consapevolezza e sopportazione sarebbe di per sé una cura non meno utile dei farmaci.
COME COMPORTARSI?
Alla fine di tutto, quindi, qual è la strategia più corretta?
Di sicuro non prendere mai nulla sottogamba e se i sintomi sono pesanti o improvvisi, consultare sempre il medico che valuterà in base alle sue conoscenze le mosse più opportune.
In generale, il mio consiglio è di ascoltare il più possibile il nostro corpo che, attraverso il sintomo o la malattia, ci avvisa di ciò che non va, e quindi porre in atto uno stile di vita diverso che ci preservi da noie future. Come? Se parliamo di stomaco valutando attentamente lo stile alimentare (fior fior di professionisti specializzati sono lì pronti a darvi una mano) e ricorrendo a rimedi possibilmente innocui ma efficaci (la natura ci fornisce enormi quantità di sostanze) senza correre subito alla scelta apparentemente più risolutiva, quella del farmaco, ricordandoci che contrastare un sintomo non significa quasi mai guarire.
Come contrastare il raffreddore

Raffreddore, male delle mezze stagioni. Proprio in questo periodo ci attendono dietro l’angolo tosse, mal di gola, naso chiuso e voci rauche. Ma cosa dobbiamo chiedere in farmacia per combattere tutto questo?

Nella stragrande maggioranza dei casi, il raffreddore è un’infezione di semplice risoluzione, che tende a regredire spontaneamente nell’arco di una manciata di giorni; pertanto, non sono necessari trattamenti medici specifici per il raffreddore. Molto spesso in farmacia vengono chiesti prodotti per far passare il raffreddore. In realtà quello che si può fare è alleviare i sintomi del raffreddore, quindi quel fastidio di naso chiuso che non permette di respirare bene. Si può ricorrere a spray locali che vanno usati per un periodo di tempo limitato oppure a delle compresse che servono appunto per alleviare i sintomi del raffreddore.

 

Cosa Fare
  • Il riposo assoluto accelera i tempi di guarigione dal raffreddore
  • Coprirsi bene prima di uscire di casa con sciarpe e abbigliamento pesante (durante i mesi invernali e nelle stagioni intermedie)
  • Evitare sbalzi termici
  • Utilizzare umidificatori d’ambiente, utili per porre rimedio alla congestione nasale
  • Allattare il neonato preferibilmente con latte materno, importantissimo per rafforzare le sue difese immunitarie
  • Fluidificare il muco: in tal caso, l’irrigazione nasale con soluzioni saline risulta particolarmente indicata
  • Avvalersi dell’ausilio di vaporizzatori nasali od umidificatori, utili per favorire la fluidificazione del muco, dunque la liberazione dal naso chiuso

 

Cosa NON fare
  • Soffiarsi il naso sempre nello stesso fazzoletto: preferire fazzoletti di carta usa-getta
  • Fumare: il fumo, sia passivo che attivo, sembra inibire le difese immunitarie, predisponendo il soggetto alle infezioni, compreso il raffreddore
  • Assumere antibiotici senza prescrizione medica: a meno che non ci sia un’infezione batterica concomitante (es. mal di gola da streptococco piogene), la somministrazione di antibiotici contro il raffreddore è inutile, inefficace e superflua, dal momento che i patogeni coinvolti sono virus (e non batteri!)
  • Deglutire il muco
  • Dormire poche ore: si osserva che i soggetti che dormono poche ore durante la notte tendono ad ammalarsi più facilmente rispetto a quelli che dormono 6-8 ore per notte
  • Mettere le mani in bocca e nel naso

 

Cosa Mangiare
  • In presenza di raffreddore, è buona regola preferire alimenti semplici, sani e di facile digeribilità
  • Si consiglia di bere molti liquidi caldi, come tè, latte caldo, brodi e minestre
    Bere molti liquidi per evitare la disidratazione: il raffreddore è spesso accompagnato da episodi di diarrea e vomito
  • Sembra che anche l’abitudine a consumare yogurt con fermenti lattici vivi o comunque probiotici sia un ottimo rimedio per il raffreddore, poiché le difese immunitarie vengono potenziate.
  • Anche gli alimenti ricchi di vitamina C contribuiscono a proteggere l’organismo dal raffreddore

 

Cosa NON Mangiare
  • Bevande contenenti alcol: sembra che gli alcolici possano peggiorare il gonfiore della mucosa nasale, che spesso accompagna il raffreddore
  • Caffè e bevande contenenti caffeina: pare che questi alimenti predispongano il paziente colpito da raffreddore alla disidratazione

 

Cure Farmacologiche

Per la cura del raffreddore, non necessariamente è indispensabile assumere farmaci specifici: in genere, la malattia regredisce spontaneamente in pochi giorni. Ad ogni modo, la guarigione può essere velocizzata dall’assunzione ponderata di alcune specialità medicinali:

  • Decongestionanti nasali: Fenilefrina (es. Isonefrine, Fenil CL DYN), pseudoefedrina (es. Actifed, Actigrip), Oximetazolina cloridrato (es. Vicks sinex, Actifed nasale)
  • Farmaci per abbassare la febbre paracetamolo (es. tachipirina, efferalgan), ibuprofene (es. brufen, moment)
  • Antitussivi: nel caso il raffreddore fosse accompagnato anche da tosse. I farmaci più utilizzati a tale scopo sono: destrometorfano (es. Aricodiltosse) e bromexina (es. Bisolvon Linctus)
  • Vitamina C: discutibile l’effetto benefico della vitamina C ad alte dosi (2-10 grammi die, preferibilmente divisi in più dosi) per la cura del raffreddore.

 

Cure e Rimedi naturali

La suffumigazione è un rimedio naturale particolarmente efficace per velocizzare la guarigione in caso di raffreddore.

I suffumigi arricchiti con oli essenziali ad azione espettorante, disinfettante e balsamica regalano una percezione di conforto immediato dopo l’inalazione del vapore.

  • Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill) → proprietà antinfiammatorie, espettoranti, balsamiche
  • Menta (Mentha piperita) → proprietà balsamiche, decongestionanti, anticatarrali
  • Limone (Citrus limon) → proprietà antisettiche
  • Arancio amaro (Citrus aurantium L. var. amara) → proprietà disinfettanti, antinfiammatorie, decongestionanti
  • Rosmarino (Rosmarinus officinalis) → proprietà balsamiche, espettoranti, antiossidanti

Tra gli altri rimedi naturali per il raffreddore non possiamo dimenticare lo straordinario potere terapeutico ricavato dagli estratti di alcune piante, quali:

  • Echinacea (Echinacea angustifolia) → proprietà antivirali, immunostimolanti, antibatteriche, antinfiammatorie (sotto forma di tisana, sciroppo, compresse)
  • Propoli → attività antimicrobica, antimicotica, antivirale
  • Abete (Abies pectinata DC) → proprietà anticatarrali e balsamiche
  • Sambuco (Sambucus nigra) → proprietà diaforetiche ed antinfiammatorie (sotto forma di tisana od infuso)
  • Spirea olmaria → proprietà antinfiammatorie e calmanti
  • Tiglio (Tilia cordata) → proprietà diaforetiche, blandamente sedative

 

Prevenzione
  • Porre particolare attenzione al lavaggio delle mani e all’igiene personale
  • Pulire i giocattoli dei bambini: i fanciulli tendono ad inserire in bocca tutti gli oggetti, che potrebbero essere sporchi e contaminati
  • Portare con sé salviette disinfettanti o formulazioni liquide specifiche (es. amuchina)
  • Se possibile, evitare di viaggiare in autobus o in treno con i bambini piccoli, molto più soggetti alle infezioni virali
  • Evitare quanto possibile ogni contatto con soggetti influenzati: anche uno starnuto od un colpo di tosse costituiscono veicoli per la diffusione dei virus del raffreddore

FARMACIA MONTELUPONE

Tel. 0733 226338 - E-mail f-montelupone@libero.it

Privacy Policy

Cookie Policy

Termini e condizioni

Disclaimer

 

Partiva IVA  01862170436  REA – MC187991
FARMACIA DI MONTELUPONE SNC DI STEFANO E ROBERTO MONETA
 

Via Regina Margherita 26
62010 Montelupone (MC)
REA – MC187991