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Dott. Roberto Moneta

Dott. Stefano Moneta

COLESTEROLO:NEMICO PUBBLICO O ALLEATO?

Nell’era della medicina preventiva, in ogni esame del sangue che si rispetti non può mancare la voce “colesterolo”. Al suo valore guardiamo con un misto di timore e imbarazzo, un po’ per la nomea di malfattore della salute, un po’ perché vederlo in neretto svela i nostri peccati di gola e ci mette a disagio con chi “predica” per il nostro benessere.Ma il colesterolo è davvero così cattivo come lo si dipinge?
Partiamo da un paio di presupposti.

Primo
Non esiste nulla in natura, dalla molecola più semplice al più complesso essere vivente, che non abbia il suo ruolo e la sua ragione di esistere. Quindi se Madre Natura ha “inventato” il colesterolo un motivo ci sarà.
Secondo
Qualunque sostanza, perfino la più innocua e indispensabile come l’acqua, può essere farmaco o veleno in dipendenza della dose in cui viene impiegata; parola di farmacista.
Ora, il ruolo del colesterolo nella genesi di patologie cardiovascolari è indiscusso. Ipertensione, aterosclerosi e malattie c

ardiache derivano spesso da un mix di concause fra le quali il colesterolo è il più delle volte annoverato. Una sua quota eccessiva nel sangue fa sì che si depositi nella parete interna dei vasi alterandola, portandola a degenerazione e riducendo l’afflusso di sangue ai tessuti interessati. Vero è che bisogna distinguere fra il cosiddetto “colesterolo buono” e quello “cattivo”. Il colesterolo viaggia infatti nel sistema circolatorio trasportato da particolari proteine che lo legano e lo veicolano. Queste proteine possono essere ad alta o a bassa densità (HDL e
LDL rispettivamente) e più che il valore totale di colesterolo è importante il loro rapporto relativo, migliore se spostato verso le prime (nonostante le direttive sempre più restrittive delle linee guida della salute, in cui i valori di colesterolo considerati accettabili scendono sempre di più).

Il colesterolo è spesso associato a cattiva alimentazione, ma pochi sanno che la maggior parte di quello che circola nei nostri vasi è di nostra produzione (sul totale la quota introdotta con la dieta si aggira intorno al 15-20%; il resto origina dal fegato), pertanto selezionare gli alimenti è essenziale ma, se i valori sono alti, non sufficiente.
Bisogna intervenire sullo stile di vita riducendo i fattori di rischio (fumo, alcolici, scarsa attività fisica, iperglicemia, obesità) tenendo presenti quelli intrinseci (familiarità alle dislipidemie e al diabete, alti valori di omocisteina etc) e, qualora non basti, intervenire terapeuticamente. Sì, ma in che modo? A questo punto la strada biforca, ci si può avvalere di farmaci o di integratori.

FARMACI IPOCOLESTEROLEMIZZANTI
Quelli più conosciuti e utilizzati, le statine, agiscono sul colesterolo endogeno, vale a dire sulla quota sintetizzata dal fegato.

Il meccanismo è l’inibizione della sintesi, ovvero il blocco della catena di montaggio che, partendo da substrati semplici, porta ad assemblare la complessa molecola del colesterolo. Il problema che si pone però è duplice.
Da un lato il colesterolo non svolge solo attività “insidiose” per la salute ma, tanto per dirne una, è un componente essenziale delle membrane cellulari, i rivestimenti che avvolgono tutte le cellule del nostro organismo, che regolano l’assorbimento e l’eliminazione delle sostanze e la ricezione dei messaggi che coordinano le funzioni cellulari. Senza colesterolo le membrane perdono fluidità e con essa la capacità di lavorare al meglio con conseguenze facilmente intuibili per le cellule. Va inoltre considerato che dal colesterolo deriva una lunga serie di ormoni steroidei: ormoni sessuali (androgeni e estrogeni), ormoni glucocorticoidi (per il corretto metabolismo degli zuccheri), ormoni mineralcorticoidi (per l’equilibrio idrico e salino dell’organismo).

D’altro canto, insieme al colesterolo il fegato sintetizza un’altra molecola indispensabile, il Coenzima Q10. Questa sostanza svolge le sue funzioni all’interno delle cellule, nei mitocondri, organi responsabili del corretto utilizzo dell’energia cellulare per tutte le attività vitali. Bloccare la sintesi del colesterolo significa impedire che si formi il Coenzima Q10, la cui carenza può manifestarsi nel tempo o nell’immediato, ad esempio con la comparsa dei tipici dolori muscolari da statine, che costringono a rivedere la terapia o ad abbinare un integratore che lo contenga.

INTEGRATORI
Il panorama è ampio e variegato. Molte sono le scuole di pensiero e la maggioranza delle obiezioni concerne la loro efficacia,

sicurezza, tollerabilità. Vale la pena sottolineare c h e g l i s t e s s i f a r m a c i i n v o g a p e r l a c u r a dell’ipercolesterolemia traggono origine dai rimedi  naturali. La Monacolina, sostanza isolata dal riso rosso fermentato, è la base dalla quale i chimici di laboratorio si sono sbizzarriti per produrre le molecole di sintesi.
L’essenziale è verificarne la provenienza, la purezza e la concentrazione, per questo è importante affidarsi ad aziende serie ed accreditate e a professionisti informati e non agli specchietti per allodole che affollano la rete e le pagine delle presunte riviste salutistiche. La citrinina, ad esempio, un contaminante derivante dai processi di lavorazione del riso rosso, è assente solo in una gamma ristretta di prodotti. Per quanto riguarda la concentrazione è bene utilizzare solo integratori che la specificano, non lesinando sulla titolazione dell’estratto impiegato e sull’effettiva percentuale delle molecole attive. Il vantaggio dei prodotti naturali in confronto ai farmaci è

’inclusione in un unico prodotto di una vasta gamma di componenti che rafforzano e completano l’azione di quelli più specifici: prodotti a sostegno del fegato (acidi caffeilchinici), del tessuto adiposo, del rapporto HDL-LDL (berberina), ad azione ipoglicemizzante (es. acido corosolico), di riduzione dei livelli di omocisteina nel sangue (acido folico e vitamine del gruppo B) oltre che lo stesso Coenzima Q10, così da contrastarne l’inevitabile carenza indotta. Il colesterolo non è “cattivo” di per sé, ma solo in determinate concentrazioni, se accompagnato
da particolari condizioni e abitudini. Migliorare lo stile di vita è la prima mossa; curare l’alimentazione la seconda; scegliere la cura più giusta (maggiore efficacia di pari passo al minor numero di controindicazioni possibili) l’ultima.

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