Castanea sativa – Castagno dolce
Tipo di Fiore: Assistente
Gruppo Emotivo: Sconforto
Disturbo: Disperazione, sopportazione al limite.
Proprietà: Vedere nuovi orizzonti, possibilità di rinascita.
Descrizione
Albero imponente, forte e resistente, in grado di vivere centinaia di anni, il Castagno dolce è una specie maestosa e robusta che la tradizione classica attribuiva sacra a Giove. I Celti invece lo consideravano “l’albero della verità”. Prediligendo terreni aridi e vulcanici (ne è un esempio famoso il Castagno dei cento cavalli nel Parco dell’Etna), questa pianta dimostra una grande vitalità, supportata anche dalla capacità di esemplari secolari di gettare nuovamente e dare così inizio a una nuova crescita. Le sue foglie non vengono insediate dagli insetti; il tronco si erge dritto e quelli di piante vicine si fondono fra loro; inoltre è caratterizzato da solchi verticali che con l’invecchiare dell’albero assumono forma di spirale, come se nella pianta si concentrassero forze telluriche, simbolo dell’energia stabilizzante e del radicamento per il superamento dei problemi. I fiori assomigliano a piume dorate e conferiscono nel loro insieme un’impressione di luce e calore. Sweet Chestnut è il rimedio del superamento di situazioni limite e dell’apertura al nuovo, come ricordano gli stessi frutti in grado di germogliare a terra, oltre che della possibilità di riscaldare il cuore e l’anima nei momenti più bui, di fronte alle maggiori difficoltà.
Sweet Chestnut, a Cosa Serve:
“Notte buia dell’anima” è l’espressione che più descrive lo stato per il quale si rende indicato questo fiore. Come in pochi altri rimedi di Bach non si tratta di una tipologia umana ben definita da un comportamento, un modo di pensare e di interagire con la realtà, bensì di uno stato transitorio molto pesante in cui si può incappare a seguito di un episodio scatenante. Che origini da un lutto, da una rottura sentimentale, da un grande fallimento o da un rovescio finanziario, il soggetto Sweet Chestnut attraversa una fase di estrema disperazione, di angoscia e desolazione insopportabili. Si sente con le spalle al muro, sull’orlo di un baratro, nel classico fondo del barile. Non vede né un prima né un dopo, si sente al centro del nulla, arrivato alla fine dei giorni e non trova sollievo in alcunché, nemmeno nella preghiera o nel conforto della speranza. È solo, o così si percepisce, abbandonato da tutti e privo di sostegno, nasconde agli altri il proprio stato e non cerca né comprensione né aiuto, tanto è sfiduciato. Nonostante tutto mantiene il contegno, non si autocommisera benché la sua disperazione traspaia dal volto. Non prova paura o panico come nel caso di altri rimedi, ma vive una crisi esistenziale che può perdurare per settimane o mesi prima che si verifichi la trasformazione necessaria al cambiamento di vita. Si sente al limite della capacità di sopportazione, nel classico tunnel senza via d’uscita. Difatti, la fase attraversata da colui che risuona con il Castagno dolce è l’irrigidimento tipico che precede un “salto evolutivo”, la resistenza passiva rispetto a ciò che dovrà cambiare e che richiede, come ogni prova iniziatica, la perdita totale dei riferimenti del vecchio sistema. Sweet Chestnut si isola dagli altri non chiedendo supporto (atteggiamento che contribuisce al senso di abbandono), ma allo stesso tempo tiene a distanza il mondo per la convinzione di non poter essere capito e limitare così ulteriori sofferenze. Tutto ciò prelude alla rinascita, il vero beneficio derivante dall’assunzione di questa essenza floreale. La persona che inizia a convertire uno stato Sweet Chestnut disarmonico in armonico comincia a spezzare le vecchie catene, ad introdurre delle novità in ambito lavorativo, sentimentale o semplicemente nel modo di relazionarsi alla vita. Recupera fiducia e speranza nonostante problemi e difficoltà, vince il senso di sopraffazione ed accetta di lasciarsi andare, di affidarsi alla sorte e non opporre resistenza.
Considerato come la fenice che rinasce dalle proprie ceneri, questo fiore è indicato a chi vive nella stagnazione. È utile a chi soffre di problemi renali: il rene, secondo i precetti della Medicina Tradizionale Cinese, è l’organo che genera la vita, e quindi della rinascita e del cambiamento.Può inoltre essere usato come impacco per risolvere i problemi di emorroidi: il prolasso venoso è la risultante della stipsi, da intendere come un’opposizione al lasciar andare e fare spazio al nuovo (Leggi come si assumono i fiori di Back nel nostro articolo dedicato). Il fiore della rinascita è altresì utile nel sostegno di persone morenti o in agonia, in tal caso ottima è l’associazione ad Autumn Leaves: un fiore australiano del Bush.
Possibili associazioni con Fiori Californiani
- Angelica: per la sensazione di essere abbandonati al proprio destino e privi di una guida spirituale.
- Black-Eyed Susan: per il desiderio di fuggire dagli aspetti traumatici e dolorosi.
- Cayenne: per la stagnazione, l’indecisione, l’inerzia e la paura del cambiamento,
- Love-Lies-Bleeding: per l’incapacità di accettare e trascendere il dolore e la sofferenza.
- Scotch Broom: per la depressione, lo scoraggiamento e la sensazione che la propria vita sia inutile.
- Yerba Santa: per dolore e tristezza profondi; per l’incapacità di lasciar fluire le emozioni.
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