0733 226338 ■ Viale Cialdini 22/B - Montelupone 62010 MC f-montelupone@libero.it
Curarsi con i Fiori Australiani: Efficacia e Benefici per Mente e Corpo

Curarsi con i Fiori Australiani: Efficacia e Benefici per Mente e Corpo

Floriterapia Australiana e Correlazione Corpo-Mente Nella Fisiologia Dell’Organismo Umano

L’organismo umano è un sistema complesso e in quanto tale andrebbe considerato. Ogni singola parte del corpo non può mai essere valutata a sé, ma come tessera di un mosaico che interagisce con tutte le altre, le influenza e ne viene a sua volta influenzata.

Come curarsi con i Fiori Australiani

Le essenze floreali hanno la capacità più unica che rara di agire in modo sottile ma profondo e di estendere la propria azione al corpo nella sua interezza. La medicina funzionale, integrata o olistica, ci ricorda che alla base della salute l’asse mente-emozioni-corpo deve essere in equilibrio. Il sintomo non è altro che la manifestazione simbolica di un disagio più nascosto, che sorge dalle matrici più sottili psichiche ed emotive e che, facendosi strada, emerge in qualche parte del corpo (materia).

Pertanto, le terapie floreali con i fiori australiani non andrebbero intese solo al fine di “curare”, ossia contrastare un fastidio nel momento in cui si verifica, ma anche e principalmente nell’ottica di prevenire il disturbo, bilanciando le componenti mentale e emotiva. I fiori australiani sono infatti in grado di riequilibrare emozioni negative, portare armonia, attivare la forza di risposta, indurre la comprensione del “perché” si viva un certo stato doloroso e sviluppare le corrispondenti virtù positive, capaci di sanare la situazione.

Il linguaggio del corpo parte come sussurro ma, qualora non lo ascoltiamo, può salire di livello fino a diventare un urlo potente (una malattia conclamata e seria).

 

La Floriterapia con i Fiori Australiani

Secondo la floriterapia australiana, ogni sintomo deve essere sempre inquadrato come localizzazione (punto e lato del corpo in cui si manifesta) e nel significato metaforico dell’organo o apparato colpito. Non dimentichiamo inoltre che lo stesso sintomo può essere scatenato da emozioni ben diverse, quindi è sempre fondamentale indagare nel vissuto del paziente (o di noi stessi) per decifrare il messaggio criptato.

Facciamo un esempio: le lacrime.

Occhio maschile con una lacrima

A scatenare il pianto possono essere emozioni completamente opposte: gioia, rabbia, commozione, divertimento, frustrazione, capricci, dolore fisico. Secondo recenti analisi biochimiche però, la composizione stessa delle lacrime differisce da caso a caso, a seconda dell’evento emozionale scatenante.

 

Come “lavora” l’emozione?

Qualunque sia l’emozione, è interessante notare la rapidità con cui il corpo risponde. La catena di eventi prevede che, provata l’emozione, ci sia un’immediata elaborazione da parte del cervello, il quale scatena una risposta nervosa con una scarica elettrica diretta alle ghiandole lacrimali, le quali iniziano a secernere le lacrime.

Tutto ciò in una frazione di secondo.

Ora, se è pur vero che piangere è liberatorio e può essere un ottimo modo di smaltire un’emozione impedendole di covare, quanti di noi si concedono questo lusso? E soprattutto, se l’azione immediata può essere così concreta, cosa può nascondersi dietro a emozioni provate cronicamente e non lasciate andare?

Ognuno di noi prova valanghe di emozioni e percepisce più o meno consapevolmente i loro effetti fisici.

In questo articolo analizzeremo tre importanti apparati nella loro funzione simbolica di “suggeritori” di disagio, e l’efficacia dei fiori australiani per prevenirne o limitarne le conseguenze.

 

Fiori Australiani per le contratture muscolari

Apparato Muscolo-Scheletrico

L’apparato muscolo-scheletrico ha funzione di sostegno, solidità, controllo, rigiditá/flessibilità, autonomia, indipendenza. È la struttura portante senza la quale non riusciamo a stare dritti o a muoverci, a raggiungere cioè i nostri obiettivi. Qualora vi riscontrassimo problemi (artriti, artrosi, cartilagini consumate, dolori muscolari, crampi, flaccidità, spasticità etc.) le domande da porsi potrebbero essere: di quali pesi mi sono caricato? In quali regole rigide mi sono ingabbiato? Quali responsabilità, quali pressioni esterne mi stanno schiacciando?

Per i disturbi muscolari e scheletrici la Floriterapia Australiana suggerisce:

  • HIBBERTIA, per le persone troppo razionali e controllate, che vivono principalmente di testa, che assumono una postura rigida e contratta, lasciando separata la parte mentale (testa) da quella istintivo-emotiva (cuore e pancia). Hibbertia è quindi anche il fiore australiano per le contratture muscolari ed i crampi.
  • FLANNEL FLOWER, per le persone controllate, serie, che evitano il contatto fisico, poco espansive, fredde e che non si lasciano mai andare.
  • LITTLE FLANNEL FLOWER, per chi è incapace di ridere, chi manca di spontaneità, chi si assume pesanti carichi sulle spalle, chi sin da piccolo o giovane si comporta da adulto, chi si subordina al senso del dovere, magari accusando mal di testa da stress (troppi pensieri!), che deve ricordarsi di vivere con leggerezza e spontaneità.
  • BAUHINIA, per chi è poco flessibile, poco incline ad accettare il nuovo (crea muri già prima che il nuovo arrivi), chi non accetta la novità, chi è conservatore, tradizionalista e deve aprirsi e rilassarsi, guadagnando in flessibilità e capacità di accettare compromessi.
  • FRINGED VIOLET, per i traumi fisici ma anche psicoemotivi (a volte la mancanza di sostegno percepita in periodo infantile da parte dei genitori provoca nel bambino una mancanza di sostegno fisico).
  • BLACK-EYED SUSAN, per chi si traumatizza andando sempre a cento all’ora, gli impazienti, chi accusa rigiditá dovuta al voler fare troppe cose insieme (tensione da stress).
  • DOG ROSE, per i timidi, coloro che temono il giudizio, che tengono la testa incassata fra le spalle, restii a dire di no per paura.
  • TALL MULLA MULLA, per chi è eccessivamente disponibile per gli altri e non sa delimitare i propri confini, venendone così prosciugato.

 

Fiori australiani per la digestione

Apparato Digerente

Le funzioni di questo complesso di organi sono quelle di accettare, accogliere, mandar giù, introiettare, inghiottire, trasformare, rielaborare, assemblare, eliminare, lasciar andare.

Lo stomaco si occupa della prima parte (accogliere e digerire) e risente di emozioni quali la rabbia, l’irritazione, il rifiuto, la protesta, il senso di ingiustizia, la frustrazione, l’umiliazione, ansie, paure, insicurezze e stress.
Persone o situazioni “indigeste”,  vivere perennemente un conflitto, sentirsi in qualche modo inutili o manipolati, non poter dire o fare ciò che sentiremmo sono tutte condizioni emotive che minano la salute del nostro stomaco.

L’intestino invece rappresenta il nostro mondo interiore, è il cosiddetto “secondo cervello”, ma si trova localizzato fra i visceri, nella zona più istintuale del corpo (impulsi ed emozioni). Rappresenta il bisogno di sicurezza e protezione, accoglie il nutrimento che ci arriva dall’esterno e ne fa tesoro. È il nostro lato oscuro, inaccessibile, buio ed è influenzato da emozioni quali il senso di colpa, la paura della scarsità, l’insicurezza, l’inadeguatezza, il senso di pulizia (è considerato sporco, “basso”).

I Fiori Australiani efficaci per stomaco e intestino sono:

  • CROWEA: rilassa, rasserena, tranquillizza tutto il sistema, in particolare lo stomaco. Calma da emozioni come inquietudine, preoccupazione, ansia, tensione agendo anche sul rilassamento della muscolatura viscerale.
  • MOUNTAINDEVIL e DAGGER HAKEA: entrambi alleviano la rabbia, l’irritazione, il fastidio, quello stato di perenne insofferenza esercitando un’azione di sostegno e scarico del fegato, l’organo deputato allo smaltimento delle sostanze “tossiche” (e delle emozioni congeneri).
  • BOTTLEBRUSH: con una segnatura eloquente a forma di scovolino (spazzolino per bottiglie), questo fiore esercita un’ingente pulizia intestinale, favorendo il transito dal vecchio al nuovo, la selezione fra l’utile e l’inutile, l’accettazione del cambiamento.
  • BAUHINIA: utile in tutti quei casi in cui il problema sia “trattenere”. Sia in caso di eccesso (stitichezza) che al contrario di incapacità a farlo (diarrea). Fiore del cambiamento anche Bauhinia, quest’essenza ci insegna a lasciar andare quando l’alternativa è una novità che non si è in grado di accettare, quando il comportamento trattenuto e inflessibile si instaura ancor prima che la novità subentri.
  • STURT DESERT ROSE: ultimo, ma non meno importante fiore australiano per l’apparato digerente, questo rimedio agisce sul senso di colpa, un’emozione molto più invadente e cronica di quanto chi la provi possa rendersi conto! È l’essenza australiana per chi non si sente bravo abbastanza o sufficientemente adatto, per chi pensa di essere responsabile per qualcosa di negativo e si svaluta senza nemmeno accorgersene.

 

Fiori Australiani per la respirazione

Apparato Respiratorio

L’aria è il nostro bene primario. Senza ossigeno siamo destinati a morire in un lasso brevissimo di tempo (pochi minuti), molto più esiguo che per una carenza di acqua o cibo. L’apparato respiratorio quindi apporta il nutrimento fondamentale per le nostre cellule e funge da linea di scambio fra noi (il nostro interno) e l’ambiente in cui ci troviamo. In maniera analoga alla pelle, delimita un margine e simboleggia il nostro modo di rapportarci all’ambiente. Non a caso usiamo espressioni eloquenti, quando ci riferiamo al binomio ambiente-aria: in un posto può esserci “un’aria irrespirabile” oppure la situazione può essere tossica, soffocante.

Nella medicina tradizionale cinese (MTC) negli organi respiratori, in particolare nei polmoni, si annidano emozioni quali tristezza, malinconia, depressione, frustrazione, conflitti. La stessa tosse può essere considerata un modo sottile di delimitare un confine (una maniera di farci sentire la propria voce quando non si è in grado di farlo usando le parole).

Un Caso di Studio

Emblematico è stato il caso di un paziente che lavorava in un ufficio ed era afflitto da una tosse persistente, stizzosa, che non guariva con alcun trattamento farmacologico. Alla base del problema stava una forte incompatibilità con un collega con cui condivideva la stanza. La tosse si è risolta non appena, attraverso una terapia floreale con Dagger Hakea e Yellow Cowslip Orchid, il soggetto in questione ha potuto sfogare la sua frustrazione con un accesso dibattito con il collega, a cui ha fatto seguito lo spostamento di stanza ottenuto per intercessione con il capoufficio.

 

I Fiori Australiani efficaci per l’apparato respiratorio sono:

  • WARATAH: fiore del dolore profondo, da considerare insieme a TALL YELLOW TOP per chi si sente estraneo e senza radici. Dona la forza di reagire e affrontare le avversità senza cedere alla disperazione.
  • STURT DESERT PEA: il fiore australiano per eccellenza per lasciar andare la tristezza più profonda, per affrontare il trauma o la chiave che l’ha scatenata, e per farla fluire attraverso le lacrime. Per prendere consapevolezza del proprio vissuto, accettarlo e relegarlo alla dimensione dell’esperienza.
  • ALPINE MINT BUSH: per un’azione drenante del muco, laddove ci sia ristagno di secrezioni.
  • CROWEA: da usare assieme a GREY SPIDER FLOWER per agire sulle paure che costringono le vie respiratorie, per allargare il respiro e farlo fluire in maniera corretta.
  • MACROCARPA: per stanchezza e spossatezza, utile per chi, senza accorgersene, si “rifugia nella malattia”, incappando in influenze e raffreddori che altro non sono che uno stratagemma del corpo (provato) per ritagliarsi riposo e isolamento. (Es: “sono tutto tappato, stammi lontano!”)
  • RED SUVA FRANGIPANI: per sensazioni di abbandono e rifiuto, che inevitabilmente si ripercuotono in sentimenti di tristezza, afflizione e malinconia a livello cronico.

 

Farmacia di Montelupone, logo

Farmacia di Montelupone: specialisti in Floriterapia con i Fiori Australiani ed altre Essenze Naturali

La Farmacia di Montelupone è tra le più specializzate d’Italia in Floriterapia Australiana e di Bach. Speriamo che questo articolo sull’ Efficacia dei Fiori Australiani e i Benefici del curarsi con la floriterapia australiana sulla mente ed il corpo ti possa essere utile, e che tu possa finalmente risolvere le tue sintomatologie ritornando ad un equilibrio ottimale!

Per qualsiasi altra informazione su come si usano i fiori australiani e gli altri tipi di essenze naturali non esitare a contattarci!

Il Nostro Shop:

Tutte le essenze menzionate in questo articolo sono disponibili nella sezione shop del sito, dove troverai tutti e 38 i fiori di Bach originali, i Fiori Australiani “Bush Flower” e le altre essenze naturali miscelabili in autonomia per ottenere delle misture personalizzate già diluite e pronte per l’uso!

Acquistare una miscela di fiori è più conveniente rispetto alle singole essenze!

Una miscela di fiori precostituita e già diluita ti permette di risparmiare sul prezzo, perchè ti permette di acquistare ed assumere più essenze in contemporanea, con una conseguente maggiore efficacia, senza dover per forza acquistare un flacone per ogni singola essenza!

I Fiori Australiani per Dimagrire

I Fiori Australiani per Dimagrire

Dimagrire con i fiori australiani è possibile?

In una società come quella moderna, in cui apparire sembra essenziale e nella quale gli stereotipi di bellezza femminile sono legati ad un’immagine di magrezza eccessiva, il rapporto con il proprio corpo assume le sembianze di un crocevia fondamentale per il benessere psicofisico della donna (ma anche dell’uomo!).

La disinformazione dilagante in ambito alimentare (nonostante la quantità e la fruibilità delle informazioni), l’abitudine consolidata di assumere cibi di bassa o scadente qualità, e lo scorretto stile di vita che insieme allo stress sconvolge i ritmi e le funzioni fisiologiche, sono tutti fattori che giocano a sfavore nel mantenimento della forma e del benessere fisico.

Raggiungere il peso forma non è però l’unica maniera per sentirsi “a posto”. Bisogna allargare il concetto, ricordandoci che la salute del corpo passa innanzitutto da quella psico-emotiva.

Il Concetto di Nutrimento e lo Stato Emotivo

Ogni alimento che introduciamo nel nostro corpo è un insieme di sostanze che, opportunamente elaborate durante la digestione, si traducono in energia e struttura. Attraverso i valori assunti tramite i cibi digeriti ripariamo i tessuti lesionati, produciamo elementi strutturali e ci riforniamo di elementi indispensabili per le funzioni cellulari.

Ma questo però è soltanto un tipo di nutrimento!

Su un piano più elevato, dobbiamo considerare che tutto ciò che arriva dall’esterno, in senso lato, ha un effetto nutritivo nel nostro organismo. Ciò che ci accade, e la nostra maniera di elaborarlo, nutre la nostra componente eterica tanto quanto il cibo la componente fisica. Essendo i due piani in stretta correlazione tra loro, è automatico intuire che la salute passa anche dalla “digestione emotiva”.

I fiori australiani consigliati per dimagrire, sui quali a breve ci soffermeremo, consentono di agire a più livelli, e di supportare nel suo percorso (a volte arduo) chi vuole ridurre o mantenere il proprio peso.

Un Caso di Studio

Prima di iniziare, citiamo il caso di una donna che, nonostante le molteplici prove con differenti regimi alimentari e integratori appositi, non riusciva a dimagrire. Questo pur non avendo né squilibri ormonali del metabolismo, né complicanze o patologie di altra specie. Il motivo per il quale nessuna dieta si dimostrava efficace non era legato alla composizione dei pasti o alla loro ripartizione, bensì a un problema psicologico radicato, risalente a parecchi anni prima. Essendo stata vittima di violenza in giovane età, aveva associato il trauma all’avvenenza fisica e da allora aveva iniziato a ingrassare. Per una sorta di protezione inconscia, fintanto che il trauma non veniva superato, il corpo continuava ad “auto-proteggersi” rimanendo oltre un certo peso, preservandola da eventuali attenzioni che potessero rivelarsi nocive. La concreta perdita di peso si è verificata solo una volta individuata la causa del blocco, e l’assunzione di un rimedio per superarla.

 

I Fiori Australiani per dimagrire

Come tutte le essenze floreali di più recente scoperta, i fiori australiani si prestano molto bene a supportare la dieta o il mantenimento del peso ideale lavorando su tutti gli aspetti convolti, sia fisici che emozionali.

In questa sezione descriveremo nel dettaglio i fiori australiani consigliati per dimagrire.

 

monga-waratah.jpg

MONGA WARATAH

Disturbo: attaccamento agli altri.

Proprietà: autonomia e libertà.

È il fiore della volontà e della perseveranza, che rinforza i propositi e mantiene saldi nell’azione.

Spesso la persona che intraprende una dieta, o che deve “sbloccare” un rapporto abitudinario scorretto con il cibo, ha difficoltà nell’intraprendere questo percorso, e nel mantenere la giusta direzione una volta iniziato. La segnatura del fiore, la cui corolla richiama una mano che si apre e si estende nello spazio, simboleggia lo scorrere libero e fluente dell’energia vitale, la cui diffusione è già di per sé salute. Quest’essenza floreale aiuta a ritrovare quella forza che per pigrizia, paura o senso di inadeguatezza può essere smarrita, e senza la quale si fa difficoltà a troncare quei rapporti logori e nocivi (anche con gli alimenti) che non si ha il coraggio di abbandonare. Combatte le abitudini negative alla radice, fornendo il giusto piglio per cambiare rotta senza ripensamenti. Lo stesso Ian White, scopritore dei Fiori Australiani, l’ha definita come una delle essenze più potenti dell’intera gamma dei 69 fiori.

Questo fiore australiano è consigliato per dimagrire non solo in relazione all’effetto positivo sull’inizio di una dieta, o per troncare un’abitudine errata, ma anche perché lavora sui condizionamenti relativi al rapporto con gli altri, al bisogno e alla dipendenza dalle relazioni umane. Chi trova difetti nel proprio corpo, si sente spesso giudicato e da questo giudizio, a volte autoinflitto, scatena una serie di pensieri ed emozioni negative che alimentano il disagio, rinforzandolo e innescando un circolo vizioso dal quale è poi sempre più difficile uscire.

Monga Waratah accresce il potere personale, aiuta a recuperare il proprio spirito, a ritrovare la forza interiore e a chiudere le “relazioni malsane”, ed è quindi un rimedio indispensabile fra i fiori australiani consigliati per dimagrire.

 

wedding-bush.jpg

WEDDING BUSH

Disturbo: difficoltà a impegnarsi nelle relazioni.

Proprietà: dedizione alla realizzazione degli obiettivi.

È proprio lo stimolo della dedizione agli obiettivi che rende Wedding Bush uno dei fiori australiani consigliati per dimagrire. Laddove sono richiesti disciplina ed impegno, questo fiore incarna la perseverante volontà che dovrebbe animare ad esempio una coppia di sposi, permettendo di passare attraverso periodi critici e vacillamenti. Non a caso Ian White lo consiglia proprio a chi sta per sposarsi o alle coppie che vivono momenti difficili. La tradizione infatti vuole che questo fiore venisse usato dagli stessi aborigeni australiani, e dai primi coloni, nelle cerimonie nuziali. Quando un uomo e una donna desideravano sposarsi, erano soliti scambiarsi fiori di Wedding Bush e, se per caso la relazione arrivava al capolinea, per troncarla definitivamente era sufficiente scambiarsi una seconda volta il fiore. Altra piccola nota di colore: il fiore emana un profumo simile al marzapane, un ingrediente ricorrente delle torte nuziali.

Facendo un parallelismo fra la vita di coppia e l’adottare un nuovo regime alimentare, Wedding Bush si comporta come il collante che tiene uniti due innamorati dopo l’iniziale esplosione di passione e il seguente, fisiologico, calo di interesse. È infatti capace di fare altrettanto nelle diete: dopo l’entusiasmo della novità e del raggiungimento dei facili obiettivi iniziali, può subentrare un po’ di scoraggiamento o di noia.

Wedding Bush aiuta a ritrovare vigore per superare quella fase. Non a caso, oltre che nel conseguimento del giusto peso, è utilizzato spesso anche contro le dipendenze da alcool, tabacco, ed altri vizi; tutte situazioni in cui la volontà e la perseveranza fanno la differenza fra il traguardo e il fallimento.

 

billy-goat-plum.jpg

BILLY GOAT PLUM

Parole chiave: sensazione di vergogna verso il proprio copro; maggiore libertà espressiva del proprio fisico.

Questo fiore australiano può essere utile per dimagrire per via del suo effetto benefico contro la cattiva influenza che una bassa stima verso il proprio corpo può avere sulla salute psicofisica dell’individuo. Quando non si accetta il proprio aspetto fisico, può accadere di ritirarsi in sé stessi, limitando le interazioni con il prossimo e precludendosi le possibilità positive che la vita ci riserva. In un percorso dietetico, quindi, è fondamentale che la persona il cui scopo è dimagrire con i fiori australiani, si senta il più possibile a suo agio davanti allo specchio. Questo stato infatti è capace di mettere una persona in condizione di ottenere benefici più accentuati e più rapidi dal suo “nuovo stile di vita”.

Billy Goat Plum è un fiore specifico per le sensazioni di disagio verso il proprio corpo, verso le affezioni cutanee (spesso la pelle di una persona sovrappeso o che si alimenta male subisce delle conseguenze), nonché in tutti quei casi in cui il rifiuto incide anche nella sfera sessuale e nelle emozioni  correlate. L’essenza, non miscelata ma usata singolarmente, può essere utilizzata anche direttamente per via topica sulle lesioni o sulle zone di pelle compromessa. Il messaggio di cui questo fiore è foriero, è che oltre alla facciata esteriore e superficiale esistono molte altre risorse, che vanno riconosciute e di cui si dovrebbe beneficiare.

Billy Goat Plum aiuta a guardare in profondità oltre l’apparenza, per scoprire l’innata bellezza che si cela in ogni individuo.

 

boronia.jpg

BORONIA

Disturbo: rimuginio mentale a discapito della tranquillità interiore.

Proprietà: serenità, quiete.

Boronia è forse il fiore più indicato fra le essenze australiane da utilizzare per dimagrire. Il suo effetto, benché non si esplichi direttamente sul piano fisico, è quello di agevolare un regime dietetico, e quindi il dimagrimento, riducendo, se non annullando, i turbinii mentali legati al cibo. I fiori di Boronia arrivati a maturazione completa schizzano letteralmente nell’ambiente i semi, così come una mente dai pensieri distonici è bombardata e subisce passivamente il passaggio da un’associazione mentale all’altra.

È il fiore adatto per chi conserva e rivive di continuo le sensazioni provate in passato, senza riuscire a venirne a capo. Se si tratta di pensieri ricorrenti o ossessionanti, che implicano perdita di contatto con la realtà e l’esser travolti dalle emozioni, questo fiore è l’ideale per riportare la quiete. È una sorta di “mantra sottile”, che scaccia la ripetitività e fa fluire la concentrazione, la lucidità e la conseguente determinazione.

Per chi tende a rifugiarsi nel cibo come antidoto alla noia, alla tristezza o alla depressione, promuove l’apertura del chakra del cuore, la fiducia nell’abbondanza e il ritorno dell’allegria. Aiuta ad acquietarsi, aumenta le capacità intuitive e mette fine ai pensieri in eccesso. Può inoltre ristabilire il sonno, quando è disturbato dal rimugino ossessivo di una mente senza sosta.

 

five-corners.jpg

FIVE CORNERS

Disturbo: scarsa accettazione del proprio corpo.

Proprietà: amore verso se stessi.

La segnatura del fiore Five Corners è molto interessante. Ha cinque petali equidistanti, che ricordano l’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, iscritto in un cerchio con gli arti distesi a rappresentare la misura di tutte le cose, ma anche l’alternarsi dei cinque elementi della tradizione cinese: legno, fuoco, terra, metallo, acqua. L’energia rappresentata da questo fiore scorre in armonia verso le cinque punte, per ricaricare e rivitalizzare la persona che, se in disarmonia, deve imparare ad accettarsi, a volersi bene e ad amarsi. Chi necessita di questa essenza di solito ha scarsa stima di sé, e teme un giudizio negativo da parte di chi lo circonda, si veste con colori spenti o scuri, il tutto per coprire un fisico di cui si vergogna o disinteressa. Five Corners è l’essenza migliore per chi crede di non meritare ciò che ha, è il fiore dell’autostima, dell’equilibrio e della riscoperta della bellezza interiore. Essere sovrappeso può essere la conseguenza di un mancato auto-apprezzamento, e può assumere lo stesso significato dell’indossare abiti trasandati o scarsamente colorati.

Rientra a buon diritto fra i fiori australiani consigliati per dimagrire dal momento che può rivelarsi utile, oltre che per chi è sovrappeso, anche per i disturbi di bulimia o anoressia. Specie in età adolescenziale, quando il corpo cambia e lo stravolgimento può essere accettato con difficoltà. È anche utile anche alle persone che adottano un’alimentazione scorretta o il cui stile di vita è tutto fuorché sano, perché la verità è che il fisico merita i trattamenti migliori!

Infine, ne è raccomandabile l’assunzione nei periodi di eccessi di cibo, ad esempio dopo le festività natalizie, o quando si inizia ad andare in crisi presagendo l’arrivo della prova costume. In tutti questi casi Five Corners può essere indicato non tanto per un dimagrimento diretto, quanto per alleviare le difficoltà del rimettersi in forma.

 

sturt-desert-rose.jpg

STURT DESERT ROSE

Disturbo: senso di colpa.

Proprietà: senso del dovere e fedeltà a se stessi.

Tra i fiori australiani per dimagrire non può mancare questo fiore. E’ una delle essenze più potenti e più largamente utilizzate, dal momento che agisce sul meccanismo del senso di colpa, che incide sulla vita di moltissime persone. Alcune persone si sentono responsabili per qualsiasi cosa accada, e passano buona parte del loro tempo a auto-sabotarsi e riempirsi di rimorsi.

Nei rapportarsi con il cibo, se l’individuo vive conflittualmente il rapporto con il proprio corpo, ogni piccola “concessione”, ogni minuscolo stravizio viene vissuto con rimorso, senso di inadeguatezza e, per conseguenza, senso di colpa. Il senso di colpa è un sentimento inutile che priva di energia, è fonte di ansia, depressione, ma anche di rabbia che può trasformarsi in rancore generalizzato. Il senso di colpa insorge spesso quando non si ha la forza di non aderire alla volontà altrui o alle convenzioni, mentre l’essenza di Sturt Desert Rose infonde la forza e l’integrità per rimanere fedeli a se stessi e seguire il proprio cammino, senza risentire dei giudizi o pregiudizi altrui.

Si tratta di un’essenza utile a ogni età. Dall’infanzia, quando una lite con i propri genitori può far scattare il senso di colpa, all’adolescenza, quando si teme di non soddisfare le aspettative altrui e si risente delle pressioni dei coetanei, che possono portare addirittura a problemi di bulimia.

 

sun-dew.jpg

SUNDEW

Disturbi: indecisione, tendenza a rinviare, mancanza di attenzione e concentrazione.

Proprietà: connessione con il qui ed ora.

Esattamente come questo fiore, che presenta una rosetta di foglie attaccate a terra e un fiore bianco-roseo in cima a un lunghissimo stelo, la personalità “Sundew” è una persona il cui centro è sì radicato, ma la cui testa spazia in dimensioni lontane, perdendo il contatto con la realtà. Chi necessita di questo fiore è tendenzialmente una persona svagata, deconcentrata, priva di senso pratico, che è solita rinviare, dilazionare o posticipare ogni cosa. Non completa mai quasi nulla, vive nell’indecisione, arriva sempre in ritardo e dimentica ciò che dovrebbe fare. E’ anche un individuo che tende ad accumulare oggetti temporeggiando sul liberarsene, anche se hanno perso la loro originaria utilità. La stessa cosa avviene, su un piano traslato, per quanto concerne gli alimenti.

La mancanza di centratura, che in Medicina Tradizionale Cinese è affidata al Cuore, passa attraverso l’azione della Milza e della Vescica Biliare. Quest’ultima è chiamata “Ministro della Giustizia”, ed è la componente che discerne e giudica ogni azione, mettendola in atto e stabilendo di non essere appesantiti da fardelli inutili, eliminando ciò che limita o ostacola la nostra evoluzione. Ne consegue che una turbativa relativa ci “appesantisce”, motivo per cui Sundew, che è capace di riportare la persona nel proprio “centro”, rientra a buon diritto fra i fiori australiani consigliati per dimagrire.

A Cura del Dott. Roberto Moneta

 

Farmacia di Montelupone, logo

Farmacia di Montelupone, specialisti in Floriterapia e Fiori Australiani

Se hai già individuato le essenze di cui hai bisogno, puoi visitare la sezione shop del sito. Vi troverai essenze singole di Fiori Australiani abbinabili tra loro per realizzare una mistura personalizzata, e miscele precostituite Australian Bushflower.

Acquistare una miscela di fiori, è molto più conveniente rispetto alle singole essenze, perché ti permette di risparmiare sul prezzo, andando ad acquistare ed assumere più essenze in contemporanea, quindi anche con una maggiore efficacia!

La Farmacia di Montelupone è tra le più specializzate d’Italia in Floriterapia. Speriamo che questo articolo su come dimagrire con i Fiori Australiani ti possa essere utile, per qualsiasi altro suggerimento non esitare a contattaci!

 

Visita lo Shop!

 

Cos’è l’Astaxantina: il super-antiossidante

Cos’è l’Astaxantina: il super-antiossidante

Formula chimica astaxantina

La Formula chimica astaxantina

 

Scopri le proprietà dell’astaxantina ed i benefici che può dare questo potente antiossidante, indispensabile d’estate

L’astaxantina è una molecola appartenente alla classe dei carotenoidi, pigmenti molto diffusi in natura in alimenti sia di origine vegetale che animale. La sua importanza in ambito nutraceutico cresce sempre di più con il susseguirsi di studi che ne confermano le numerose virtù, nonché i disparati ambiti di utilizzo nella prevenzione e cura di svariate patologie croniche e infiammatorie.
In questo articolo tratteremo nello specifico la sua valenza come potente antiossidante e integratore nel contrastare il fotoinvecchiamento.
Conosciamola meglio, quindi.

I CAROTENOIDI

fonti vegetali di carotenoidi

Fanno parte di questa categoria di composti circa 500 diverse molecole organiche presenti nel regno vegetale (alghe e piante) e animale (uno su tutti, il salmone, ma anche il fenicottero rosa – ad entrambi conferiscono il tipico colore).
Si tratta di sostanze dal colore giallo-arancio o rosso, divise in carotenoidi primari e secondari.
I carotenoidi primari sono implicati nel dissipare l’energia in eccesso derivante dalle radiazioni solari durante il processo di fotosintesi colorofilliana, pertanto hanno lo scopo di controllare il metabolismo energetico delle piante che producono clorofilla. I secondari invece vengono immagazzinati in micelle oleose e stoccati nelle cellule vegetali come protezione dall’esposizione a fattori stressanti. Negli animali i carotenoidi non vengono sintetizzati bensì introdotti per ingestione di fonti vegetali che ne contengono.
La peculiare struttura chimica di queste molecole fa sì che siano in grado di assorbire l’energia radiante del sole e/o stabilizzare l’azione di specie chimiche altamente reattive quali i radicali liberi.
Membrana cellulare con astaxantina
Fra i carotenoidi, possiamo annoverare due classi diverse di sostanze:
  • I carotenoidi propriamente detti (α e β carotene, licopene)
  • Le xantofille (zeaxantina, luteina e astaxantina)
L’essere umano non è in grado di produrne, pertanto la disponibilità di queste sostanze è condizionata dalla dieta. L’astaxantina può essere introdotta principalmente attraverso il consumo di verdure, frutta e salmone ma a onor di cronaca, specie se si tratta di animale d’allevamento, la quota necessaria per un beneficio in termini di salute è assolutamente impossibile da ottenere (si pensi che per raggiungerla occorrerebbe mangiarne da 600 grammi a due chili al giorno!)
Nonostante ciò, la supplementazione con integratori risulta molto efficace perché già ai dosaggi minimi (dai 4mg ai 20mg/die) la sua biodisponibilità risulta molto alta in virtù della predisposizione all’assorbimento.
L’astaxantina viene assimilata meglio se assunta in concomitanza con il cibo e con sostanze grasse (es. olio di oliva), pertanto se ne consiglia l’uso sempre a stomaco pieno. A livello intestinale viene inglobata in vescicole dette chilomicroni e trasportata al sistema linfatico, il quale la veicola al fegato dove viene coniugata alle lipoproteine a bassa densità (le tanto temute LDL delle analisi del sangue!) che a loro volta la trasportano ai tessuti, in particolare a quelli più soggetti agli stress ossidativi come il cervello e la pelle.
La fonte che assicura la migliore astaxantina è un’alga verde, l’Haematococcus Pluvialis.

AZIONE ANTIOSSIDANTE

Donazione elettrone

Per azione antiossidante di un qualunque composto chimico si intende la sua capacità di ritardare o inibire significativamente l’ossidazione di altre sostanze presenti nello stesso ambiente di reazione.
Sì, ma che significa?
Significa fermare il domino di reazioni chimiche che normalmente si verifica quando una specie fortemente instabile viene a contatto con altre molecole, danneggiandole. 
Il nostro organismo ha la capacità di sintetizzare molecole con questa specifica finalità, al fine di contrastare le alterazioni cellulari (invecchiamento, danni al dna, morte cellulare) indotte da stimoli ossidanti (sostanze chimiche e radiazioni, comprese quelle solari). Di norma, si genera un equilibrio fra specie ossidanti e specie antiossidanti (o riducenti), ma in determinate condizioni può instaurarsi uno squilibrio (stress ossidativo) dove le specie reattive sono in maggioranza e/o le difese organiche sono carenti.
Per questo è utile introdurre attraverso la dieta sostanze antiossidanti come i carotenoidi (licopene dai pomodori, carotenoidi da carote, albicocche etc.) e fra questi l’astaxantina. La sua capacità antiossidante è risultata cento volte maggiore della vitamina E e dieci volte superiore rispetto agli altri carotenoidi ed è relativa alla peculiare struttura chimica che le consente di intercalarsi nella membrana cellulare contrastando i fenomeni ossidativi che avvengono sia in superficie che nell’intero strato di rivestimento, proteggendo così la cellula.
Radicale libero: molecola instavbile che causa danni cellulari

Eccone i principali meccanismi con cui opera l’Astaxantina:

  • Quenching, ovvero spegnere la reattività di specie reattive dell’ossigeno (ROS) ritornando a una conformazione in grado di stabilizzare ulteriori radicali.
  • Scavenger, letteralmente “spazzino”, in virtù della capacità di interrompere reazioni a catena che possono verificarsi sia nella membrana cellulare che nelle lipoproteine (la cui ossidazione porta alla formazione di precipitati che nel tempo si depositano nel lume dei vasi sanguigni, ostruendoli).
  • Modulazione dell’espressione genica in favore di enzimi antiossidanti. L’astaxantina sembra infatti essere in grado di stimolare l’attivazione di sequenze genetiche che predispongono alla produzione di sistemi antiossidanti quali la Superossido dismutasi (SOD), la Catalasi e il Glutatione, rinforzando così l’arsenale antiossidante della cellula
  • Inibizione della produzione di citochine infiammatorie.

 

AZIONE PROTETTIVA CUTANEA E CONTRO IL FOTOINVECCHIAMENTO

raggi UVA e UVB causano il fotoinvecchiamento

Quando si parla di invecchiamento cutaneo è bene distinguere fra invecchiamento intrinseco, relativo all’età anagrafica e inevitabile, e il fotoinvecchiamento, conseguente agli stress che la cute subisce per esposizione ai raggi solari.
Benché utili ai fini della produzione di Vitamina D, le radiazioni solari portano con sé l’inconveniente di possibili alterazioni o danni alle cellule cutanee. Nel complesso, queste radiazioni sono costituite da raggi ultravioletti di due tipi: i raggi UV-B, che hanno maggiore contenuto energetico ma penetrano solo in superficie, non superando la barriera dell’epidermide e i raggi UV-A, a contenuto energetico minore ma con maggiori capacità di penetrazione (derma).
L’invecchiamento non cronologico comporta rughe di ampiezza e profondità maggiori rispetto all’invecchiamento intrinseco, nonché discromie (macchie) e teleangctasie (capillari) negli strati superiori della pelle, mentre negli strati profondi si verificano riduzione di collagene, perdita di tono ed elasticità.
Il meccanismo con cui il sole danneggia la pelle è secondario alla produzione di radicali dell’ossigeno, che a loro volta inducono la sintesi di mediatori infiammatori e la conseguente attivazione di enzimi, le Metalloproteasi, responsabili della degradazione del tessuto cutaneo. Proprio allo scopo di contrastare questi fenomeni, l’astaxantina è salita alla ribalta grazie alle sue innegabili proprietà, surclassando composti già di per sé importanti quali il beta-carotene e il licopene.
Grazie alla capacità di inibire la produzione di enzimi quali collagenasi e elastasi, di evitare fenomeni di apoptosi (morte cellulare programmata) successiva a stimoli infiammatori, nonché a tutti i meccanismi già citati come antiossidante, l’astaxantina si è quindi guadagnata l’appellativo di super-molecola anti-invecchiamento, risultando così l’integratore più indicato per proteggere la pelle dai danni del sole durante l’intera esposizione della stagione estiva.

Farmacia di Montelupone

La Farmacia di Montelupone, nella provincia di Macerata, si occupa da sempre delle tematiche legate all’alimentazione corretta, offrendo anche integratori alimentari delle marche migliori, quali Enervit, Probios e Abbot.

Clicca sul link per leggere gli altri articoli del nostro blog dedicati all’alimentazione ed integrazione alimentare, oppure contattaci direttamente per dei consigli su misura sugli integratori più utili per le tue esigenze di vita quotidiana.
COLESTEROLO:NEMICO PUBBLICO O ALLEATO?

COLESTEROLO:NEMICO PUBBLICO O ALLEATO?

Dott. Roberto Moneta

Dott. Stefano Moneta

COLESTEROLO:NEMICO PUBBLICO O ALLEATO?

Nell’era della medicina preventiva, in ogni esame del sangue che si rispetti non può mancare la voce “colesterolo”. Al suo valore guardiamo con un misto di timore e imbarazzo, un po’ per la nomea di malfattore della salute, un po’ perché vederlo in neretto svela i nostri peccati di gola e ci mette a disagio con chi “predica” per il nostro benessere.Ma il colesterolo è davvero così cattivo come lo si dipinge?
Partiamo da un paio di presupposti.

Primo
Non esiste nulla in natura, dalla molecola più semplice al più complesso essere vivente, che non abbia il suo ruolo e la sua ragione di esistere. Quindi se Madre Natura ha “inventato” il colesterolo un motivo ci sarà.
Secondo
Qualunque sostanza, perfino la più innocua e indispensabile come l’acqua, può essere farmaco o veleno in dipendenza della dose in cui viene impiegata; parola di farmacista.
Ora, il ruolo del colesterolo nella genesi di patologie cardiovascolari è indiscusso. Ipertensione, aterosclerosi e malattie c

ardiache derivano spesso da un mix di concause fra le quali il colesterolo è il più delle volte annoverato. Una sua quota eccessiva nel sangue fa sì che si depositi nella parete interna dei vasi alterandola, portandola a degenerazione e riducendo l’afflusso di sangue ai tessuti interessati. Vero è che bisogna distinguere fra il cosiddetto “colesterolo buono” e quello “cattivo”. Il colesterolo viaggia infatti nel sistema circolatorio trasportato da particolari proteine che lo legano e lo veicolano. Queste proteine possono essere ad alta o a bassa densità (HDL e
LDL rispettivamente) e più che il valore totale di colesterolo è importante il loro rapporto relativo, migliore se spostato verso le prime (nonostante le direttive sempre più restrittive delle linee guida della salute, in cui i valori di colesterolo considerati accettabili scendono sempre di più).

Il colesterolo è spesso associato a cattiva alimentazione, ma pochi sanno che la maggior parte di quello che circola nei nostri vasi è di nostra produzione (sul totale la quota introdotta con la dieta si aggira intorno al 15-20%; il resto origina dal fegato), pertanto selezionare gli alimenti è essenziale ma, se i valori sono alti, non sufficiente.
Bisogna intervenire sullo stile di vita riducendo i fattori di rischio (fumo, alcolici, scarsa attività fisica, iperglicemia, obesità) tenendo presenti quelli intrinseci (familiarità alle dislipidemie e al diabete, alti valori di omocisteina etc) e, qualora non basti, intervenire terapeuticamente. Sì, ma in che modo? A questo punto la strada biforca, ci si può avvalere di farmaci o di integratori.

FARMACI IPOCOLESTEROLEMIZZANTI
Quelli più conosciuti e utilizzati, le statine, agiscono sul colesterolo endogeno, vale a dire sulla quota sintetizzata dal fegato.

Il meccanismo è l’inibizione della sintesi, ovvero il blocco della catena di montaggio che, partendo da substrati semplici, porta ad assemblare la complessa molecola del colesterolo. Il problema che si pone però è duplice.
Da un lato il colesterolo non svolge solo attività “insidiose” per la salute ma, tanto per dirne una, è un componente essenziale delle membrane cellulari, i rivestimenti che avvolgono tutte le cellule del nostro organismo, che regolano l’assorbimento e l’eliminazione delle sostanze e la ricezione dei messaggi che coordinano le funzioni cellulari. Senza colesterolo le membrane perdono fluidità e con essa la capacità di lavorare al meglio con conseguenze facilmente intuibili per le cellule. Va inoltre considerato che dal colesterolo deriva una lunga serie di ormoni steroidei: ormoni sessuali (androgeni e estrogeni), ormoni glucocorticoidi (per il corretto metabolismo degli zuccheri), ormoni mineralcorticoidi (per l’equilibrio idrico e salino dell’organismo).

D’altro canto, insieme al colesterolo il fegato sintetizza un’altra molecola indispensabile, il Coenzima Q10. Questa sostanza svolge le sue funzioni all’interno delle cellule, nei mitocondri, organi responsabili del corretto utilizzo dell’energia cellulare per tutte le attività vitali. Bloccare la sintesi del colesterolo significa impedire che si formi il Coenzima Q10, la cui carenza può manifestarsi nel tempo o nell’immediato, ad esempio con la comparsa dei tipici dolori muscolari da statine, che costringono a rivedere la terapia o ad abbinare un integratore che lo contenga.

INTEGRATORI
Il panorama è ampio e variegato. Molte sono le scuole di pensiero e la maggioranza delle obiezioni concerne la loro efficacia,

sicurezza, tollerabilità. Vale la pena sottolineare c h e g l i s t e s s i f a r m a c i i n v o g a p e r l a c u r a dell’ipercolesterolemia traggono origine dai rimedi  naturali. La Monacolina, sostanza isolata dal riso rosso fermentato, è la base dalla quale i chimici di laboratorio si sono sbizzarriti per produrre le molecole di sintesi.
L’essenziale è verificarne la provenienza, la purezza e la concentrazione, per questo è importante affidarsi ad aziende serie ed accreditate e a professionisti informati e non agli specchietti per allodole che affollano la rete e le pagine delle presunte riviste salutistiche. La citrinina, ad esempio, un contaminante derivante dai processi di lavorazione del riso rosso, è assente solo in una gamma ristretta di prodotti. Per quanto riguarda la concentrazione è bene utilizzare solo integratori che la specificano, non lesinando sulla titolazione dell’estratto impiegato e sull’effettiva percentuale delle molecole attive. Il vantaggio dei prodotti naturali in confronto ai farmaci è

’inclusione in un unico prodotto di una vasta gamma di componenti che rafforzano e completano l’azione di quelli più specifici: prodotti a sostegno del fegato (acidi caffeilchinici), del tessuto adiposo, del rapporto HDL-LDL (berberina), ad azione ipoglicemizzante (es. acido corosolico), di riduzione dei livelli di omocisteina nel sangue (acido folico e vitamine del gruppo B) oltre che lo stesso Coenzima Q10, così da contrastarne l’inevitabile carenza indotta. Il colesterolo non è “cattivo” di per sé, ma solo in determinate concentrazioni, se accompagnato
da particolari condizioni e abitudini. Migliorare lo stile di vita è la prima mossa; curare l’alimentazione la seconda; scegliere la cura più giusta (maggiore efficacia di pari passo al minor numero di controindicazioni possibili) l’ultima.

FARMACIA MONTELUPONE

Tel. 0733 226338 - E-mail f-montelupone@libero.it

Privacy Policy

Cookie Policy

Termini e condizioni

Disclaimer

 

Partiva IVA  01862170436  REA – MC187991
FARMACIA DI MONTELUPONE SNC DI STEFANO E ROBERTO MONETA
 

Via Regina Margherita 26
62010 Montelupone (MC)
REA – MC187991

PROTEZIONI GASTRICHE: COME, QUANDO E PERCHÉ

PROTEZIONI GASTRICHE: COME, QUANDO E PERCHÉ

Dott. Roberto Moneta

Dott. Stefano Moneta

PROTEZIONI GASTRICHE: COME, QUANDO E PERCHÉ.
Vi siete mai chiesti quali siano i farmaci più utilizzati in Italia? Io sì. Sono andato a curiosare nei dati ufficiali e ho trovato conferma alle mie temute ipotesi.
Secondo il rapporto di Federfarma – anno 2018 – fra le prime dieci molecole per numero di prescrizioni ben tre sono protezioni gastriche, con il Pantoprazolo primo assoluto (oltre tre milioni e duecentomila pezzi), il Lansoprazolo sesto (un milione ottocentocinquantamila pezzi) e l’omeprazolo settimo (circa diecimila pezzi in meno del precedente). Totale: oltre sette milioni di scatole, senza considerare le molecole “minori” (esomeprazolo, rabeprazolo). In pratica un italiano su sei ne fa uso, con la proporzione che sale escludendo bambini, ragazzi e giovani, categorie generalmente più in salute.
La domanda è legittima, oltre che spontanea: non è che ne staremo abusando?
Prima di tirare le somme, però, conosciamoli meglio.
CHI SONO?
Volgarmente li chiamiamo gastroprotettori, salvastomaco, antiacidi, ma se volessimo essere scientifici li definiremmo Inibitori di Pompa Protonica (PPIs, in inglese). Sono molecole che modulano la secrezione acida dello stomaco, anzi la inibiscono. Come? Bloccando il sistema enzimatico della Sodio-Potassio-ATPasi, una proteina della membrana delle cellule parietali (che secernono acido cloridrico nello stomaco) ed alzando così il ph, riducendo quindi l’acidità. Il meccanismo è irreversibile, il che vuol dire che, una volta bloccato l’enzima, la cellula non può riutilizzarlo ed è costretta a sintetizzarlo daccapo. Questo rende conto del problema che, qualora una lunga terapia venga sospesa bruscamente, si verifichi una gastrite di rimbalzo dovuta all’adattamento dell’organismo in risposta al farmaco (per contrastare il calo di acidità indotto, nel tempo, le cellule sintetizzano più enzimi).
Ma è giusto ricorrere a questi farmaci per periodi prolungati?
ACIDITÀ GASTRICA
La secrezione acida dello stomaco svolge funzioni importantissime.
In primis disinfetta tutto ciò che viene ingerito (microrganismi degli alimenti o deglutiti in genere) proteggendo così dalle aggressioni microbiche.
Scinde i cibi in porzioni più piccole, facilitandone la digestione e l’assorbimento.
In tal modo agevola la captazione di ioni bivalenti quali magnesio, calcio e ferro, presenti in tutti i tessuti e coinvolti in innumerevoli processi (contrazione muscolare, mineralizzazione ossea, trasporto di ossigeno nel sangue solo per citare i più comuni); attiva il pepsinogeno (sostanza rilasciata dalle stesse cellule gastriche) trasformandolo in pepsina, che scinde gli alimenti proteici e permette l’assorbimento degli aminoacidi e collabora con il fattore intrinseco, secreto sempre dalle cellule dello stomaco, per l’assorbimento della vitamina B12, essenziale per la corretta maturazione del globuli rossi nel midollo osseo (la cui carenza si manifesta in anemia).
La secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco ha quindi parecchi ruoli chiave, ma in condizioni particolari può subire delle alterazioni e generare sintomi e fastidi.
Se per esempio si è costretti (o abituati) ad usare spesso farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS: acido acetilsalicilico, ketoprofene, ibuprofene, naprossene etc), la conseguenza primaria è una riduzione di muco protettivo sulla parete gastrica, con conseguente sovraesposizione diretta all’acido. In tal senso gli inibitori di pompa – per brevi periodi! – hanno efficacia nel diminuire gli effetti collaterali. Stessa cosa in caso di antibiotici, cortisonici o di qualunque altra terapia che presenti tossicità diretta sullo stomaco (anche in caso di politerapie, ossia cure con un numero alto di medicinali, in cui il gastroprotettore viene impiegato come tampone agli effetti negativi degli altri).
Gastriti, ulcere, ernia iatale e reflusso gastroesofageo sono altre condizioni patologiche per le quali è previsto uso di PPIs.
E PER I TRATTAMENTI A LUNGO TERMINE?
Qui il discorso cambia. Premesso che ogni condizione clinica va valutata dal medico curante il consiglio è, laddove possibile, di ridurre al minimo la terapia con inibitori di pompa. Ciò può significare sia la sostituzione con prodotti in grado di garantirne gli effetti terapeutici limitando quelli nocivi, sia l’alternanza con prodotti del genere, in modo da non sottoporre l’organismo alla costante azione dei medicinali.
Questo per una serie di ragioni.
1 – È bene sottolineare che una maldigestione gastrica delle proteine comporta un’induzione della crescita della flora batterica intestinale anaerobica che approfitta del maggior quantitativo di proteine indigerite per proliferare. L’aumento di tali batteri a sua volta scatena un rilascio eccessivo di metaboliti tossici azotati quali indolo e scatolo, spesso correlati alla degenerazione neoplastica delle cellule intestinali. Oltre a ciò, un’assimilazione carente nel tempo di aminoacidi ha ripercussioni sulla massa muscolare, quindi sulle capacità motorie e di lavoro dell’organismo (deambulazione, forza, resistenza) ma non solo i muscoli sono fatti di proteine.. L’emoglobina, che trasporta ossigeno nel sangue, è una proteina. Gli enzimi digestivi sono proteine. Alcuni ormoni sono proteine (insulina e glucagone, ormone della crescita, ormoni tiroidei etc..). Da ciò si evince che ridurre l’assorbimento di tali nutrienti per un’alterazione dei processi digestivi può avere nel tempo gravi e complesse conseguenze.
2 – Equilibrio acido base. Il nostro organismo, e nella fattispecie ciascun tessuto può mantenersi in equilibrio e svolgere le proprie funzioni al meglio in specifiche condizioni di ph. Il Ph è un valore che esprime il grado di acidità di una soluzione, vale a dire il suo contenuto di ioni idrogeno. In condizioni normali, l’organismo si avvale dei cosiddetti sistemi tampone, molecole la cui attività è quella di mantenere nei giusti intervalli il valore di ph dei tessuti al variare delle condizioni. Alimentazione, stress, uso di farmaci sono solo alcuni dei continui stimoli a cui sono chiamati a rispondere i sistemi tampone. L’uso prolungato e massiccio di protettori gastrici altera l’equilibrio generale acido base a causa della diminuzione dell’assorbimento di ioni bivalenti quali il calcio, il magnesio e il ferro. Il calcio regola la contrazione muscolare (muscoli scheletrici, cuore e muscolatura liscia di visceri e vasi) e la mineralizzazione ossea. Alterare l’equilibrio acido base organico comporta in tal senso una perdita di massa ossea diretta (ridotto assorbimento) ma anche indiretta (il sistema tampone del sangue, il cui ph ha possibilità di oscillazioni minime, fa sì che dall’osso vengano richiamati fosfati – che l’osso venga eroso). Il magnesio ha invece azione rilassante sulla muscolatura (tipico sintomo di carenza è la comparsa di crampi), ma oltre a ciò regola il tono dell’umore, il sonno, previene cefalee muscolo-tensive ed è un cofattore essenziale nel mantenere in salute l’apparato generale femminile (l’utilizzo nei disturbi del ciclo è più che riconosciuto, ma ancora sottostimato). Il ferro infine è il componente chiave del Gruppo Eme, una struttura legata all’emoglobina e coinvolta nel trasporto di ossigeno dal polmone ai tessuti, partecipa al metabolismo degli acidi nucleici ed è un mediatore importante dell’infiammazione.
3 – Effetto rebound. L’uso prolungato di PPIs comporta una sorta di schiavitù da farmaco. Per il motivo che spiegavo sopra (blocco enzimatico irreversibile dell’enzima produttore di acido, con conseguente aumento di produzione da parte delle cellule gastriche), abbandonare una terapia farmacologica a base di protezioni gastriche è spesso difficile. Se la sospensione è netta infatti si verifica spesso una gastrite di rimbalzo addirittura più intensa dei sintomi che hanno indotto a iniziare la cura. Questo effetto negativo si ripercuote nella necessità da parte del paziente di continuare la cura, con le conseguenze che ho descritto e un’aggiunta sfiducia verso metodi di cura alternativi. Sarebbe consigliabile scalare progressivamente le dosi o la frequenza di somministrazioni (ripeto, avvalendosi SEMPRE E COMUNQUE del parere del medico e non facendo mai di testa propria) e/o alternarle con prodotti diversi. Ci tengo a ricordare che il nostro organismo è una macchina perfetta e che in condizioni di equilibrio (fisico, psichico ed emotivo) ognuno di noi “digerisce anche i sassi”. Quindi, a meno di malformazioni o disfunzioni genetiche a carico dello stomaco, prima di intraprendere una terapia per l’acidita o il reflusso sarebbe opportuno indagare sui “perché” si verifichino certi problemi. Le motivazioni potrebbero essere molte, ma spesso si tende a cercare il sollievo immediato (per insofferenza verso il sintomo) anziché quello duraturo. Il reflusso ad esempio si verifica per la mancata o incompleta chiusura del cardias, la valvola che si trova in fondo all’esofago e che tende a rimanere dilatata in condizioni di stress (più lo stress è intenso e prolungato, più il rischio di reflusso aumenta). Rimuovere le cause dello stress, o vivere la fase stressante con una diversa consapevolezza e sopportazione sarebbe di per sé una cura non meno utile dei farmaci.
COME COMPORTARSI?
Alla fine di tutto, quindi, qual è la strategia più corretta?
Di sicuro non prendere mai nulla sottogamba e se i sintomi sono pesanti o improvvisi, consultare sempre il medico che valuterà in base alle sue conoscenze le mosse più opportune.
In generale, il mio consiglio è di ascoltare il più possibile il nostro corpo che, attraverso il sintomo o la malattia, ci avvisa di ciò che non va, e quindi porre in atto uno stile di vita diverso che ci preservi da noie future. Come? Se parliamo di stomaco valutando attentamente lo stile alimentare (fior fior di professionisti specializzati sono lì pronti a darvi una mano) e ricorrendo a rimedi possibilmente innocui ma efficaci (la natura ci fornisce enormi quantità di sostanze) senza correre subito alla scelta apparentemente più risolutiva, quella del farmaco, ricordandoci che contrastare un sintomo non significa quasi mai guarire.
Come contrastare il raffreddore

Raffreddore, male delle mezze stagioni. Proprio in questo periodo ci attendono dietro l’angolo tosse, mal di gola, naso chiuso e voci rauche. Ma cosa dobbiamo chiedere in farmacia per combattere tutto questo?

Nella stragrande maggioranza dei casi, il raffreddore è un’infezione di semplice risoluzione, che tende a regredire spontaneamente nell’arco di una manciata di giorni; pertanto, non sono necessari trattamenti medici specifici per il raffreddore. Molto spesso in farmacia vengono chiesti prodotti per far passare il raffreddore. In realtà quello che si può fare è alleviare i sintomi del raffreddore, quindi quel fastidio di naso chiuso che non permette di respirare bene. Si può ricorrere a spray locali che vanno usati per un periodo di tempo limitato oppure a delle compresse che servono appunto per alleviare i sintomi del raffreddore.

 

Cosa Fare
  • Il riposo assoluto accelera i tempi di guarigione dal raffreddore
  • Coprirsi bene prima di uscire di casa con sciarpe e abbigliamento pesante (durante i mesi invernali e nelle stagioni intermedie)
  • Evitare sbalzi termici
  • Utilizzare umidificatori d’ambiente, utili per porre rimedio alla congestione nasale
  • Allattare il neonato preferibilmente con latte materno, importantissimo per rafforzare le sue difese immunitarie
  • Fluidificare il muco: in tal caso, l’irrigazione nasale con soluzioni saline risulta particolarmente indicata
  • Avvalersi dell’ausilio di vaporizzatori nasali od umidificatori, utili per favorire la fluidificazione del muco, dunque la liberazione dal naso chiuso

 

Cosa NON fare
  • Soffiarsi il naso sempre nello stesso fazzoletto: preferire fazzoletti di carta usa-getta
  • Fumare: il fumo, sia passivo che attivo, sembra inibire le difese immunitarie, predisponendo il soggetto alle infezioni, compreso il raffreddore
  • Assumere antibiotici senza prescrizione medica: a meno che non ci sia un’infezione batterica concomitante (es. mal di gola da streptococco piogene), la somministrazione di antibiotici contro il raffreddore è inutile, inefficace e superflua, dal momento che i patogeni coinvolti sono virus (e non batteri!)
  • Deglutire il muco
  • Dormire poche ore: si osserva che i soggetti che dormono poche ore durante la notte tendono ad ammalarsi più facilmente rispetto a quelli che dormono 6-8 ore per notte
  • Mettere le mani in bocca e nel naso

 

Cosa Mangiare
  • In presenza di raffreddore, è buona regola preferire alimenti semplici, sani e di facile digeribilità
  • Si consiglia di bere molti liquidi caldi, come tè, latte caldo, brodi e minestre
    Bere molti liquidi per evitare la disidratazione: il raffreddore è spesso accompagnato da episodi di diarrea e vomito
  • Sembra che anche l’abitudine a consumare yogurt con fermenti lattici vivi o comunque probiotici sia un ottimo rimedio per il raffreddore, poiché le difese immunitarie vengono potenziate.
  • Anche gli alimenti ricchi di vitamina C contribuiscono a proteggere l’organismo dal raffreddore

 

Cosa NON Mangiare
  • Bevande contenenti alcol: sembra che gli alcolici possano peggiorare il gonfiore della mucosa nasale, che spesso accompagna il raffreddore
  • Caffè e bevande contenenti caffeina: pare che questi alimenti predispongano il paziente colpito da raffreddore alla disidratazione

 

Cure Farmacologiche

Per la cura del raffreddore, non necessariamente è indispensabile assumere farmaci specifici: in genere, la malattia regredisce spontaneamente in pochi giorni. Ad ogni modo, la guarigione può essere velocizzata dall’assunzione ponderata di alcune specialità medicinali:

  • Decongestionanti nasali: Fenilefrina (es. Isonefrine, Fenil CL DYN), pseudoefedrina (es. Actifed, Actigrip), Oximetazolina cloridrato (es. Vicks sinex, Actifed nasale)
  • Farmaci per abbassare la febbre paracetamolo (es. tachipirina, efferalgan), ibuprofene (es. brufen, moment)
  • Antitussivi: nel caso il raffreddore fosse accompagnato anche da tosse. I farmaci più utilizzati a tale scopo sono: destrometorfano (es. Aricodiltosse) e bromexina (es. Bisolvon Linctus)
  • Vitamina C: discutibile l’effetto benefico della vitamina C ad alte dosi (2-10 grammi die, preferibilmente divisi in più dosi) per la cura del raffreddore.

 

Cure e Rimedi naturali

La suffumigazione è un rimedio naturale particolarmente efficace per velocizzare la guarigione in caso di raffreddore.

I suffumigi arricchiti con oli essenziali ad azione espettorante, disinfettante e balsamica regalano una percezione di conforto immediato dopo l’inalazione del vapore.

  • Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill) → proprietà antinfiammatorie, espettoranti, balsamiche
  • Menta (Mentha piperita) → proprietà balsamiche, decongestionanti, anticatarrali
  • Limone (Citrus limon) → proprietà antisettiche
  • Arancio amaro (Citrus aurantium L. var. amara) → proprietà disinfettanti, antinfiammatorie, decongestionanti
  • Rosmarino (Rosmarinus officinalis) → proprietà balsamiche, espettoranti, antiossidanti

Tra gli altri rimedi naturali per il raffreddore non possiamo dimenticare lo straordinario potere terapeutico ricavato dagli estratti di alcune piante, quali:

  • Echinacea (Echinacea angustifolia) → proprietà antivirali, immunostimolanti, antibatteriche, antinfiammatorie (sotto forma di tisana, sciroppo, compresse)
  • Propoli → attività antimicrobica, antimicotica, antivirale
  • Abete (Abies pectinata DC) → proprietà anticatarrali e balsamiche
  • Sambuco (Sambucus nigra) → proprietà diaforetiche ed antinfiammatorie (sotto forma di tisana od infuso)
  • Spirea olmaria → proprietà antinfiammatorie e calmanti
  • Tiglio (Tilia cordata) → proprietà diaforetiche, blandamente sedative

 

Prevenzione
  • Porre particolare attenzione al lavaggio delle mani e all’igiene personale
  • Pulire i giocattoli dei bambini: i fanciulli tendono ad inserire in bocca tutti gli oggetti, che potrebbero essere sporchi e contaminati
  • Portare con sé salviette disinfettanti o formulazioni liquide specifiche (es. amuchina)
  • Se possibile, evitare di viaggiare in autobus o in treno con i bambini piccoli, molto più soggetti alle infezioni virali
  • Evitare quanto possibile ogni contatto con soggetti influenzati: anche uno starnuto od un colpo di tosse costituiscono veicoli per la diffusione dei virus del raffreddore

FARMACIA MONTELUPONE

Tel. 0733 226338 - E-mail f-montelupone@libero.it

Privacy Policy

Cookie Policy

Termini e condizioni

Disclaimer

 

Partiva IVA  01862170436  REA – MC187991
FARMACIA DI MONTELUPONE SNC DI STEFANO E ROBERTO MONETA
 

Via Regina Margherita 26
62010 Montelupone (MC)
REA – MC187991